sexta-feira, 21 de outubro de 2011

761- Il bene primario, l’origine della vita - Coluna da professora Maria Rosa Dominici


Il bene primario, l’origine della vita
In tutti i popoli l’acqua è intrisa di religiosità e spiritualità e sia per la tradizione ebraica
che cristiana è simbolo di origine della creazione. Però l’acqua è anche fonte di morte,
come ci ricordano i tifoni, gli tsunami e il diluvio universale.
Ma l'importante è poter vivere l’esperienza della condivisione di questo bene prezioso
L’acqua permette la sopravivenza dell’essere umano, chi la
possiede ne ha il potere che da essa deriva, ossia di vita o
di morte. Tutto ciò si caratterizza tramite il prevalere di un
comportamento egoista od altruista. Se l’acqua viene condivisa
prevale la scelta generosa tipica dell’uomo sociale,
se viene negata prevale il comportamento egoista o speculatore
che sempre più si sta manifestando in questa contemporaneità
socioantropologica: realtà in cui alla generosità del volontariato si
sta contrapponendo sempre più un occulto egoismo politico.
Fra un po’ ci troveremo coinvolti nelle guerre dell’acqua piuttosto
che di religione…forse ci siamo già! Basti pensare alla
Palestina….La simbologia dell’acqua può essere ricondotta a
tematiche fondamentali come sorgente di vita, utilizzo nella purificazione,
centro di rigenerazione.
In India, l’uovo del mondo, il Brahamanda, viene covato sopra
l’acqua, cosi’ nella Genesi lo spirito di Dio aleggia sulle superfici
delle acque e ogni essere vivente concepito si sviluppa nel liquido
dell’uovo o del ventre materno. Senza liquido non c’è la nascita.
Si parla costantemente della necessità di rispettare la natura e di
non abusare delle ormai scarse risorse energetiche, ma nel villaggio
globale si impara che chi ha consuma e chi non ha muore di
sete, di fame, di malattie. Eppure ad una transitoria vergogna di
fronte ai telegiornali che ci mostrano i moderni, attuali, quotidiani
martiri, molto spesso reagiamo attraverso meccanismi di difesa:
chiudiamo la televisione, facciamo finta che non ci riguardi e ci
rifugiamo sotto una bella doccia o in una comoda vasca da bagno.
Che l’acqua abbia in sé la religiosità e la spiritualità tutti lo sappiamo,
dalle abluzioni induiste, musulmane, al battesimo cristiano,
alla pioggia divina che nell’era degli dei ingravidava le ancelle
mortali. Sia per la tradizione ebraica che cristiana l'acqua è
simbolo di origine della creazione: M, la lettera men, nell’alfabeto
ebraico, è il simbolo dell’acqua sensibile, madre e matrice, fonte
di tutte le cose, rappresenta il trascendente, ed è quindi una ierofania.
Però l’acqua è anche fonte di morte, come ci ricordano i
tifoni, gli tsunami e il diluvio universale presente in ogni mito, in
molte culture.
Ma è la realtà della storia che ci dimostra come gli insediamenti
umani poterono crearsi nei tempi solo dove vi fossero un lago, un
mare o un fiume. Mosè nel suo peregrinare per il deserto, trovò la
soluzione alle problematiche del suo popolo facendo sgorgare
dalla pietra l’acqua, riuscendo a riportare ordine e pace…..vorrei
ci fosse un contemporaneo Mosè, oggi, per la Palestina….
Nelle popolazioni primitive nomadi dei deserti sopravvive l’uomo
sociale e generoso di acqua, ci sono uova di struzzo piene d’acqua
e sepolte ma ben indicate a disposizione del prossimo che passerà
di là. Ricordo poi un viaggio fatto nel settembre del 2001 in
Argentina in una gita sugli altipiani, mi meravigliai perché molto
spesso vedevo sul ciglio della strada, in mezzo ai pascoli o in zone
aride, mucchi di bottiglie di plastica piene d’acqua, abbandonate
al sole, sembravano piccole discariche che deturpavano la bellezza
di quella natura. Chiesi il perché ad un collega di Cordoba, fece
fermare il pulman e mi portò vicino ad uno di questi mucchi,
e…mi vergognai: sotto a quelle bottiglie, sbiancate dal sole, scolorite
dalle intemperie c’erano immagini sacre o statuette di Cristo
o della Madonna. Mi spiegò che essendo l’acqua il bene maggiore
, quella era una offerta votiva grande e al tempo stesso una possibilità
di sopravvivenza per un assetato, cosi ebbe modo di citarmi
Giovanni,4,14 ”chiunque berrà dell’acqua che io gli darò non avrà
mai piu’ sete….”.
Due anni fa ero in viaggio di piacere in Turchia, sul percorso delle
sette chiese dell’Apocalisse. Ad Efeso visitando la casa in cui visse
Maria, dopo la morte del Figlio, provai commozione nel vedere che
con ugual rispetto musulmani e cristiani pregavano inseme. Una
donna musulmana, con tre bambini, quando uscimmo , mi prese
per mano e mi indicò dove bagnare il mio foulard. Era il rivolo dell’acqua
fonte miracolosa e di devozione. Quest’anno mi trovavo a
Sharm, era il 19 gennaio, data in cui cadeva l’Epifania copta,
incuriosita chiesi in albergo se vicino ci fosse una chiesa copta. Mi
risposero che il ragazzo del market beduino era di tale religione.
Alex, cosi si chiamava, ascoltò e capì la mia richiesta, mi invitò ad
andare con mio marito e con lui alla celebrazione. Fu molto emozionante,
anche cantare il kirie con loro, ma quando fu data la
benedizione noi eravamo distanti. Alcune gocce di acqua benedetta
caddero sull’inginocchiatoio, un ragazzino davanti a noi vi intinse
le dita e girandosi ci fece il segno della croce sulla fronte, con
le dita bagnate di quell’acqua.
Forse tutto ciò può non interessare, forse sono andata fuori argomento
ma l’acqua da sempre ha nella sua essenza il simbolo della
Pace e della generosità . Io vorrei tanto che ce ne ricordassimo e
che tutti possano vivere l’esperienza della condivisione di questo
bene tanto prezioso.
Maria Rosa Dominici
Psicoterapeuta, consigliere onorario
Corte d’Appello Bologna, sezione minori,
Membro della New York Academy of Sciences

LA QUESTIONE DELLE ACQUE
NEL MEDIO ORIENTE
È indubbio che le difficoltà legate ad un'intesa per l'equo sfruttamento delle
fonti comuni tra Israele e i territori palestinesi sono dovute al fatto che i bisogni
socio-economici di entrambe le parti si coniugano con rivendicazioni politico-
ideologiche difficilmente conciliabili. Da parte palestinese si avanzano
diritti storici di sfruttamento del patrimonio idrico conservato dalle falde
acquifere che nascono in Cisgiordania, comprese quelle che scendono naturalmente
in territorio di Israele, venendo così sfruttate in prevalenza da quello
stato. L'amministrazione militare israeliana è, inoltre, ritenuta responsabile di
un’insufficiente allocazione delle risorse idriche presso le popolazioni palestinesi,
con grave pregiudizio dello sviluppo urbano ed industriale e delle esigenze
di valorizzazione del territorio occupato. L'avvenire delle acque del Giordano
rappresenta già ora un motivo di discussione tra i paesi della regione considerata,
e illustrano bene la complessità che può attendere l'idropolitica. Il fatto
che le acque di profondità siano anche esse l'oggetto di tali discussioni
aggiunge un'altra dimensione alle precedenti difficoltà. Tutto il Medio Oriente
si trova a fronteggiare una scarsità d'acqua che crea un complesso di problemi
sempre più gravi, e secondo molti esperti questi problemi influiranno negativamente
sulla stabilità della regione.
La Turchia e la Siria hanno firmato nel 1987 un protocollo che garantisce alla
Siria un getto minimo di 500 metri cubi al secondo, circa la metà del volume
del fiume Eufrate al confine. Calcoli relativi ai futuri sviluppi demografici della
regione (il tasso di crescita medio annuo è pari al 2,2-3,7%) ed alla sua evoluzione
climatica ed idrologica, sembrano promettere insolubili scompensi nel
rapporto tra domanda e offerta delle risorse idriche degli anni a venire, con
conseguenti tensioni socio-politiche a livello interno e internazionale, tanto da
indurre qualcuno a prevedere che la prossima guerra medio-orientale sarà
combattuta per l'acqua. Alle controversie internazionali, che non interessano
il solo versante arabo-israeliano, ma si estendono alla stessa dimensione dei
rapporti inter-arabi, si sommano preoccupazioni legate ai bisogni interni delle
popolazioni. Basti pensare che nel Medio Oriente più del 70% delle risorse
idriche è destinato alle colture irrigue, benché il contributo dato dal settore
agricolo alla produzione ed occupazione nei diversi paesi sia declinante.
L'obiettivo dell'autosufficienza alimentare ma anche la presenza di forti gruppi
di pressione a tutela degli interessi degli agricoltori, oltreché motivazioni
secondarie, quali l'esigenza di contenere fenomeni di inurbamento potenzialmente
destabilizzanti, sono tutti fattori che spiegano simili scelte dei governi
in materia di allocazione delle risorse idriche.
a cura di Claudio Cettolo

Um comentário:

  1. Concurso Cultural de Fotografia em Homenagem ao Momento Itália Brasil http://www.facebook.com/events/160810760707191/ ou acesse www.arautodasthermas.blogspot.com

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